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"…with traditional
instruments, sequencers, Berber percussion, the voices and sounds of
the desert become part of a music which, like the wind, knows no
boundaries.." "Agricantus
have worked in a very subtle, almost subliminal manner, using samples
of tracks by Brahms, Mussorgsky, 'Peer Gynt' by Grieg, and combining
them with a natural ease to the trance rhythms, ethnic, Mediterranean
and even Balkan sounds of their own music" "…
a record which strikes you for the vastness of its sounds and enchants
you with the airy beauty of its melodies, the magnificent attraction of
its multilingual lyrics… A mirage which has become a reality" "Kaleidos
inspired by Mussorgskij, Grieg, Albinoni, Prokofiev, Paganini, Berio,
Brahms, Bartok, and in general by classical music composers who have
worked on and made more noble the patrimony of popular music,
Agricantus have added a new, formidable piece to their jigsaw of world
music and stylistic blendings." E'
il progetto di una band originale e sofisticata, sempre intenta a
coniugare le radici culturali palermitane con i più svariati influssi
della musica etnica. I riti, i sapori semplici e intensi della
tradizione rurale mediterranea incontrano il linguaggio esotico della
musica indiana e dell'afro, ma si confrontano anche con gli schemi del
rock, fino ai profumi e ai misteri di Istanbul, quelli che avevamo
potuto apprezzare nella colonna sonora de Il Bagno Turco. Groove
elettronici e linguaggi antichi può sembrare una combinazione strana,
ma questa band italiana sà davvero miscelare quanto non ti aspetti e
raggiungere un morbido ed eccitante mix di suoni esotici e moderni. Gli
Agricantus dimostrano che loops e campionamenti possono esaltare le
antiche armonie del sitar o della darbouka, riconciliando le tradizioni
musicali vecchie e nuove in un unico godibilissimo momento. Con
l'offerta di una moltitudine di linguaggi, antichi incantesimi,
tastiere, tam-tam, loops elettronici, rap metodici, canti, armonie
nomadi e la voce di Rosie Wiederkehr, che a volte ricorda il vento
asciutto del deserto, gli Agricantus realizzano melodie di world music
colossale.
(...) Ethnosphere mette ulteriormente a fuoco parametri artistici e
contenuti narrativi di questo tratto di rotta degli Agricantus, e lo fà
in diversi modi, a partire da un diverso ordine interno al gruppo: nel
primo volume, che potremmo definire maggiormente incentrato su
tematiche trance e spirituali, quattro degli otto brani presenti (l’iniziale
“Pinseri”, “Shudde”, “Dawa”, e “Vajara”) portano la firma Weltlabyrinth
(in tedesco mondo-labirinto) , formazione composta da Tonj Acquaviva e
Rosie Wiederkehr che vuole rappresentare un altro modo degli
Agricantus - interno e allo stesso tempo esterno al gruppo - di
rappresentare le proprie idee musicali. Il progetto Weltlabyrinth, che
è stato recentemente portato per la prima volta sul palco a Roma
proprio in onore del popolo tibetano, ben si compenetra, pur
evidenziando differenze, con il lavoro ed il suono Agricantus.(...)
Luca Bernini - Cous Cous - gennaio 2001 ETHNOSPHERE: la nuova frontiera degli Agricantus
L’ultimo doppio cd della band siciliana, é un crocevia di nuove
sensazioni, di nuovi ritmi e di calde e avvolgenti melodie.Il rientro degli Agricantus coincide con la sintesi di una lunga riflessione tra spiritualità tibetana ed il linguaggio della world music. Il disco è strutturato come un viaggio verso oriente, un viaggio "fisico" che si trasforma in un Itinerario mentale, tra melodie accattivanti, vicine alla "musica trance" dei brani del primo cd, a suoni più corporei, meno ricercati, più "popolari" dei brani del secondo cd. Tra tutti spiccano le canzoni "Pinseri" e "Shudde", fortemente influenzate dalla musica tibetana, e la mediterranea "Kanassila". Dopo due anni, gli Agricantus tornano a stupirci con la loro musica di confine tra sperimentazione e ricerca etnica. La loro carriera è costellata da molte vittorie, da piccoli passi che hanno consacrato il gruppo siciliano ad essere riconosciuto a pieno titolo nel panorama della world music e non soltanto. Tra le tappe fondamentali della band da ricordare il premio del Pim (Premio italiano della musica) del 1997, i riconoscimenti internazionali soprattutto in America e Giappone e le collaborazioni nelle colonne sonore in film come "Haman Il bagno turco" e "Placido Rizzotto" o i commenti musicali alle mostre fotografiche per l’Unicef. Anno di nascita: 1990 Luogo di nascita: Palermo Tipo di musica: World Music Composizione del gruppo: Rosie Wiederkehr (voce), Tonj Acquaviva (voce e percussioni), Mario Crispi (clarinetto in G, flauti di bamboo asiatici, campionamenti, fiati, cori), Mario Rivera (basso, cori), Giuseppe Panzeca (mandolino elettrico ed acustico, setar persiano, cori). Ultimi concerti: Brasile, Spagna, Portogallo, Israele, Germania, Francia Album precedenti: Nachitabumma, Gnanzu, Viaggiari, Tuareg, Hale Bopp Souvenir, Faiddi Live, Ethnosphere. Matteo Morelli - Zai.net Il lungo viaggio dei siciliani Agricantus continua con la riesplorazione di territori gia' visitati, oltre che di terre emerse dal suono ancora da colonizzare. Calura, il nuovo lavoro di Tonj Acquaviva e compagni, e' una nave che approda nei porti del chill out, dell'elettronica, della dance, del drum'n'bass, addirittura del Buddha Bar ("Amatevi" e' il primo brano italiano finito nella collezione). Fra autoriletture e brani inseriti in qualche colonna sonora, spunta anche "Jamila", i cui proventi sono dedicati ad Emergency, e si fanno notare incontri come quello con il chitarrista Lutte Berg e il DJ Rocca. Incollare la tradizione etnica con i nuovi suoni e' difficile quanto mettere insieme i fratelli Lumie're e Spielberg. Gli Agricantus, come al solito, ci riescono benissimo. Maurizio Iorio - Rockstar Calura "Il viaggio continua. Dalla Trinacria al Tibet, dal deserto del Mali alla Citta' Eterna, dal Mediterraneo alle capitali internazionali del dancefloor. Gli Agricantus cambiano pelle, ma non cambia la loro attitudine a esplorare la musica con l'occhio attento ai movimenti e le orecchie tese a percepire il rumore di fondo delle trasformazioni. La calura del titolo predispone a temperature del corpo (e dello spirito) elevate, e non e' un caso che l'antologia si apra con Jamila, la magnifica ballata acustica scritta da Tonj Acquaviva e Rosie Wiederkehr con Francesco Bruno i cui proventi sono destinati a Emergency.[...]" Flavio Brighenti - Musica! di Repubblica "Tornano sulla scena italiana e su quella internazionale gli Agricantus. Con Calura, il nuovo cd, e con le vecchie buone abitudini che ce li avevano fatti apprezzare. Innanzitutto quella di impegnarsi in progetti concreti, in questo caso sostenendo Emergency in Sierra Leone con il brano "Jamila". Poi con la consueta atmosfera rarefatta e intelligente dei dischi migliori, a cavallo tra etnica, rock e musica elettronica [...] Il Salvagente "Gli Agricantus firmano Calura, una delle migliori uscite discografiche dell'anno. Un importante momento di riflessione, nel quale la band siciliana cerca e trova nuove sonorita' che fluttuano tra rock e jazz etnico e drum'n'bass." Ivano Zeno - All Music Calura di nome e di fatto: un lavoro che privilegia il versante trance aperto ad ogni logica di remix, fra battute elettroniche distribuite con gusto, le consuete tessiture vocali sognanti di Rosie Wiederkehr, arrangiamenti efficaci. Calura è un bel momento di riepilogo per Agricantus[...]. All'opera i remixer Keir e Matthew di Bluecheese e Dj Rocca di Maffia Sound, e gli stessi Agricantus. Ottimo viatico per chi solo ora si accosta alla band di Ethnosphere". Guido Festinese - Alias de Il Manifesto "La colonna sonora del nuovo film di Pasquale Scimeca, “Placido Rizzotto” – dal nome del sindacalista di Corleone ammazzato dalla mafia -, uno dei due film di argomento ‘mafioso’ presentati quest’anno a Venezia, porta la firma degli Agricantus, gruppo siciliano fortemente radicato, nella sua vicenda artistica, alla musica e alla cultura - anche politica - della propria terra. Dopo le partecipazioni con singoli brani a diverse colonne sonore e il guest di Rosie Wiederkehr, la vocalist del gruppo, nella colonna sonora de “Il bagno turco”, gli Agricantus per “Placido Rizzotto” fanno tutto da soli, e costruiscono una colonna sonora decisamente appropriata alle atmosfere e ai toni del film, che mescola protesta civile e un’accorata supplica al cuore degli uomini. Non a caso le atmosfere soffuse e dolenti di molti momenti della colonna sonora fanno pensare ad un illustre predecessore, il lavoro fatto da Peter Gabriel per “Passion”, soundtrack del film di Scorsese “L’ultima tentazione di Cristo”. Gli Agricantus lavorano tanto con sonorità tradizionali che con campionamenti e tecnologia, e vestono il film di una musica profondamente evocativa per atmosfere prima ancora che per melodie e composizioni. Ciò detto, non si può non rilevare la caratura artistica di alcuni brani, a partire da “Spiranza” – proposta in due versioni, la prima appena accennata e la seconda in cui il tema viene svolto fino alla fine – o “Ritornu”, il cui testo è tratto da “Ritornu di notti” del poeta anarco-sindacalista Vito Mercadante’ (come viene presentato in calce all’album), e ancora “Loosin”, a parere di chi scrive uno dei momenti migliori dell’intera carriera degli Agricantus (il brano era già uscito sull’ultimo album di studio del gruppo, “Kaleidos”). Ancora una citazione merita “Ciatu meu”, un altro dei brani portanti di questa colonna sonora, che per il resto offre colore e spessore ad una vicenda tragica narrata con rigore esemplare. (...) Luca Bernini - Rockol.it E' immaginifica la musica degli Agricantus. Disegna scenari, paesaggi. Evoca stati d'animo. Proietta visioni. [...] Rosie Wiederkehr, la cantante svizzera che si esprime in tutte le lingue del mondo, usa i vocalizzi laceranti delle donne Tuareg per celebrare la memoria di Placido. Poi, in siciliano - col supporto di Toni Acquaviva - interpreta Ritornu, un testo del poeta anarchico Vito Mercadante. Un'unica canzone, struggente e malinconica quanto un'Isola non trovata, quanto può essere il rimpianto, quanto sa essere un nodo di lacrime che non si scioglie. Disco forte che alterna ombre a sprazzi di luce, toni assolatissimi a echi bui, intimi, profondi. Un affresco siciliano che odora di polvere e di Mediterraneo. Per ricordare un uomo massacrato in una sera di Primavera e disonorato dall'oblio, emblema di una terra segnata da troppi lutti. Per ricordare e non smarrire mai più i sogni. Daniela Amenta - CinemaZip Go >> Page B |
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